Ocse: Pil italiano giù sino al 14% con nuova ondata del virus
Fonte articolo: www.ansa.it
Il debito italiano a 158%, fino a 170% con una seconda pandemia.
Il Pil dell’Italia dovrebbe crollare del 14% nel 2020 prima di risalire del 5,3% nel 2021 nel caso in cui ci dovesse essere una seconda ondata di virus. Se si riuscirà invece a scongiurare il ritorno del nemico invisibile, il Pil dovrebbe calare dell’11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021: è quanto si legge nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive economiche dell’Ocse.
Nel caso di una seconda ondata epidemica entro la fine dell’anno il debito pubblico dell’Italia passerà dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021. Nel caso in cui la seconda ondata non si dovesse invece verificare il debito pubblico passerà dal 134,2% del 2019 al 158,2% del 2020, per poi riscendere al 152,2% del 2021.
“Al di là dei rischi di breve termine legati alla crisi pandemica, il principale rischio riguarda la forza e la durata della ripresa. Il settore del turismo in Italia è particolarmente vulnerabile ad una crisi prolungata dello scenario cosiddetto a ‘doppio impatto’ (vale a dire con una seconda ondata di virus nel 2020,ndr.), perché il turismo rischia di indebolirsi a medio termine come anche le piccole imprese del settore, 52.000 solo per quanto riguarda gli alloggi”: è quanto si legge nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive economiche dell’Ocse.
La crisi legata al coronavirus ha rappresentato “un passo indietro degli sforzi per giungere ad una crescita piu’ forte ed inclusiva. Le misure d’urgenza per far fronte alle ricadute economiche della crisi sono giustificate e si dovrebbero completare e raddoppiare gli sforzi per proseguire un ambizioso programma di riforme strutturali”: è quanto scrive l’Ocse nella scheda consacrata all’Italia dell’Economic Outlook. Per l’organismo internazionale con sede a Parigi, inoltre, “continuare ad estendere il sostegno nei settori in cui la domanda potrebbe tornare rapidamente può evitare la disoccupazione e accelerare la ripresa”.
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